
Inventore: Hans Wilhelm Geiger, perfezionato insieme a Walther Müller
Datazione: prima metà del XX secolo
Materiali: metallo, vetro, tungsteno
Misure del contatore: lunghezza 5 cm, collegato a una boccola di 4 mm; diametro 1,3 cm
Codice bene: 546 28
Descrizione: con esso è possibile rilevare la presenza in un ambiente di particelle alfa emesse da preparati radioattivi molto deboli. Costituito da un isolatore di resina sintetica che porta un ago ben appuntito collegato con una boccola da 4mm, e da un cilindro metallico con spina chiuso alle estremità e contenente gas a pressione ridotta di 0,1 atmosfere (in genere miscela costituita da argon con il 10% di vapori e di alcol oppure neon o He). Un filo (detto collettore) di tungsteno (metallo bianco argenteo con elevatissimo punto di fusione) teso lungo l’asse del contenitore (detto catodo) e da esso isolato viene mantenuto a un potenziale positivo di poco inferiore al potenziale di carica (qualche centinaio di volt) rispetto al tubo. Il filo e il contenitore sono connessi esternamente a un circuito amplificatore mediante l’adattatore, che comanda un contatore di impulsi elettrici, il quale, per l’esecuzione delle esperienze, viene inserito sull’elettroscopio di Wulf. Quando una particella carica penetra nel tubo attraverso la finestra di mica, ionizza il gas provocando tra filo e involucro una breve scarica elettrica, che viene segnalata dal circuito esterno. Utilizzando il trifluoruro di boro, il contatore di Geiger-Müller può essere adoperato anche per rivelare la presenza di neutroni, in quanto il boro, colpito da neutroni, emette particelle alfa, che provocano la ionizzazione del gas e la scarica indicatrice. L’impulso elettrico rilevato al passaggio di una radiazione ionizzante è indipendente dalla ionizzazione prodotta.